Davide Greco
Parcours
residenza in collaborazione con Photaumnales (Francia)
Sede: Palazzo Guinigi, Via Guinigi, 29
Giorni e orari di apertura:
lunedì – giovedì dalle 15:00 alle 19:00
venerdì – domenica dalle 10:00 alle 19:00
Le tecnologie di navigazione stanno indebolendo, a poco a poco, la nostra capacità di orientarci in ambienti inesplorati. A differenza delle mappe cartacee, che richiedono un costante contatto visivo con l’ambiente, i sistemi di navigazione mobile, come un paraocchi, ce lo fanno apparire estraneo, riducendo il paesaggio alla larghezza di una strada. Questa particolare forma di disorientamento indotta dall’uso massiccio delle tecnologie di navigazione mobile è chiamata “dequalificazione cognitiva spaziale”: man mano che diventiamo sempre più dipendenti dagli artefatti cognitivi, perdiamo la capacità di orientarci in ambienti inesplorati. Diventiamo ciò che i giapponesi chiamano “hōkō onchi”, ovvero “sordi alla direzione”. Quando gli algoritmi saranno abbastanza evoluti, ci fideremo ancora dei nostri sensi? Visitare un luogo sconosciuto come la cittadina di Clermont-de-l’Oise è stata l’occasione per perdermi e ritrovare la strada di casa adottando uno strumento di navigazione non convenzionale: l’immaginario degli abitanti di Clermont fatto di ricordi e suggestioni. Partendo dai miei primi contatti umani a Clermont, ho chiesto a diverse persone di indicarmi il loro luogo preferito all’interno della città. Poteva trattarsi di un luogo speciale legato a un ricordo o a un’emozione, pubblica o privata. Poi ho chiesto ai miei soggetti di portarmi lì e il permesso di essere fotografati. Ogni persona poteva eventualmente indicarmi il soggetto successivo da seguire. L’obiettivo era quello di costruire un itinerario a Clermont, autocostruito dai suoi abitanti, dove ogni tappa successiva era il risultato di un incontro precedente. Gli abitanti di Clermont erano quindi sia soggetti fotografici che creatori di una mappa collettiva. Durante il mio soggiorno ho anche esplorato e fotografato la città senza un percorso preciso. Mi sono lasciato sedurre dal disorientamento per distillare immagini che potessero colmare la mancanza di un immaginario personale su Clermont. La combinazione della serie di ritratti fotografici con le interviste e le immagini nate dal mio vagabondaggio ha dato vita a una mappa di Clermont basata solo su esperienze reali. Un viaggio in cui la perdita di orientamento è compensata dalla bellezza dell’incontro. La creazione di una mappa di Clermont è indirettamente un omaggio alla dinastia di cartografi e astronomi Cassini, trasferitisi in Francia dall’Italia nel XVII secolo, ai quali la città di Clermont ha intitolato un liceo, una strada e dedicato un monumento: il busto di César-François Cassini. La sua prima carta della Francia, completata dal figlio, ha fornito la rappresentazione più accurata del Paese, la cui realizzazione ha richiesto più di cinquant’anni di lavoro.
MAPPA
La mappa di Clermont qui accanto è stata costruita annotando i luoghi di ogni fotografia scattata durante la mia residenza artistica. Un punto giallo indica la posizione di un ritratto, mentre una linea gialla tiene traccia degli incontri fatti da persone che mi hanno presentato qualcun altro. I punti arancioni sparsi indicano i luoghi fotografati durante le mie passeggiate casuali. L’assenza di toponomastica si ispira alle mappe di orientamento, mentre lo stile scuro e minimale mette in risalto gli elementi colorati e incoraggia lo spettatore a sforzarsi di identificare i luoghi.
BIOGRAFIA
Davide Greco è un fotografo italiano nato nel 1982. Attualmente vive a Torino dove lavora come freelance su progetti documentari, incarichi editoriali e ritratti. Le sue opere personali esplorano spesso i processi di costruzione dell’identità, gli immaginari collettivi e i territori di confine. Questi scenari in evoluzione riflettono il suo personale percorso di vita: prima di diventare fotografo, nel 2009 si è laureato in Ingegneria Aerospaziale al Politecnico di Torino. Dal 2010 al 2014 ha vissuto tra Bruxelles, Torino e Ginevra, lavorando principalmente in ambito accademico. Tornato in Italia si è dedicato completamente alla fotografia. Nel 2015 ha frequentato la scuola di fotogiornalismo dell’Accademia Luz a Milano. Ha ricevuto il premio Head On Landscape (2020), l’European Residence Award al Photolux di Lucca (2019), l’Italy Photo Award di Padova (2019), la borsa di studio STEP della European Cultural Foundation (2018), la mostra BYOPaper! a Les Rencontres de la Photographie, Arles (2018). Dal 2019 è collaboratore dell’agenzia Parallelozero.